
Pier Luigi Nervi, Corretto costruire (da “Strutture. Rivista di scienza e
arte del costruire”, n. 1, aprile 1947)
Was Nervi an Architect or an Engineeer? Did his style come from a structural philosopy or an aesthetic vision of forms? The truth is that it’s not possible to give a definition of Nervi. He was one of the greatest designers of the XX century, a complex personality in which technical knowledge and human sensibility joined together to create unique buildings.
Spesso quando si parla di Pier Luigi Nervi, si dibatte su quale aspetto prevalga nella sua personalità di progettista: quello dell’Architetto o dell’Ingegnere? Concezione strutturale o estetica-formale? In realtà è inappropriato ricorrere a schematizzazioni rigide per inquadrare una personalità poliedrica, nella quale sapere tecnico e sensibilità umanistica si alimentano reciprocamente per dar vita alla poetica del “corretto costruire”. Questo approccio multidisciplinare è ben leggibile nelle sue lezioni romane come docente presso la Facoltà di Architettura di Valle Giulia. In particolare nella lezione del 1 dicembre 1959, Nervi cerca di definire il fare architettura delineando la complessità della figura del progettista:
«L’architettura è il mestiere più difficile che ci sia. L’architetto deve unire molte professioni in una. Non è né un Ingegnere né un idraulico ma deve avere una certa conoscenza in ciascuno di questi campi. Deve conoscere la pratica del costruire e deve assumersi la responsabilità dell’ edificio. Oggi il ruolo dell’ architetto è molto più difficile di quanto non lo fosse cinquant’ anni fa, quando l’architettura era solo una facciata».[10]
Questa visione ad ampio spettro permetterà a Nervi di intendere la fase di progettazione come un unicum di ideazione strutturale e definizione architettonico-compositiva: dove la progettazione ingegneristica non si riduce ad un mero calcolo aritmetico con semplici fini di verifica, ma diviene elemento base per l’ideazione architettonica, dove l’intuizione strutturale diventa elemento cardine per la definizione formale e plastica dell’edificio. Concetto espresso in maniera molto chiara nella lezione del 18 dicembre, nel corso della quale Nervi afferma:
«La statica è una fonte per le idee architettoniche .L’ architetto-costruttore era una sola persona fino al 19° secolo. Questo succedeva in Grecia, a Roma, durante i periodi Gotico e Rinascimentale. Per costruire architetture di grandi dimensioni è indispensabile affidarsi ad una struttura valida. […]. Non è possibile costruire senza una comprensione delle struttura».[11]

salone B del complesso di Torino Esposizione (1947-48)
In una visione così pragmatica del progettare non viene mai dimenticato il nobile scopo dell’architettura, espressione dell’essenza di un popolo:
«L’Attività del corretto costruire è la sintesi più espressiva della capacità di un popolo ed è l’elemento più significativo per giudicare il grado della sua civiltà e lo spirito di essa».[12]
Tutto ciò permette di definire Nervi come figura “di sintesi” che supera il divario tra scienza ed arte, nella quale la capacità tecnica si riappropria del significato originario del termine greco téchne (τέχνη): una sintesi di arte, scienza, coscienza, mestiere, abilità e professione[13]. Da questo modo di concepire il progetto come ricerca pluridisciplinare nasce il carattere stilistico del suo linguaggio spaziale, dove forma e contenuto, struttura e sentimento si fondono in un processo ideativo finalizzato all’espressione dell’essenza della realtà. Espressione della potenzialità materica che si attua tramite strutture resistenti per forma, molto spesso combinate con brevetti dello stesso progettista. Un esempio significativo è il salone B del complesso di Torino Esposizione (1947-48), dove la volta è composta da onde di ferro cemento di pochi centimetri di spessore (circa 3 cm), rese resistenti grazie alla centrifugazione della massa data dalla superficie ondulata.Sempre nella stessa ottica, progetta strutture “nervate” in cui la logica progettuale è la stessa dell’antica volta a cassettoni romana: apportare o togliere materia in funzione della sollecitazione tensionale a cui la struttura è soggetta, quindi in funzione della resistenza che essa deve sopportare. Principio questo rintracciabile nei solai del lanificio Gatti a Roma (1951), dove la definizione di splendidi solai nervati segue il naturale andamento delle linee isostatiche di flessione di una piastra sottoposta a carico. Tale plasticità materica è resa possibile anche dall’applicazione del “sistema Nervi”: un sistema di casseformi modulari che permettono la rapida messa in opera di forme geometriche particolari[14]. Questa capacità di unire struttura e forma in ogni step del processo progettuale permetterà a Nervi di essere considerato uno dei progettisti più significativi a livello mondiale, tanto da avere la stima dei più illustri architetti della sua epoca. Le Corbuisier palando di Nervi affermava:
«Veder Nervi collocare uno scheletro di calcestruzzo in una struttura è una magnifica lezione. Non vi mette mai nulla di volgare. Che eleganza! Non si definisce architetto, ma è migliore di quasi tutti noi».[15]
Sicuramente l’origine di tanto successo non è da rintracciare né nell’espressione formale, né tantomeno nell’architettura dei suoi edifici, ma nel processo progettuale che è alla base del suo fare architettura. Tutte le sue opere non sono figlie di un gesto artistico-creativo, ma frutto di una pensiero logico-consequenziale nel quale afferiscono i più disparati ambiti progettuali, definendo così un particolare e unico metodo per progettare. Ogni scelta è pensata non solo in se ma anche in relazione alle cause che può provocare delineando quindi una “progettazione integrata” dell’edificio. Tutto ciò è leggibile nelle parole di Nervi:
«L’architettura non è disegno,è processo costruttivo e risultato finale».[16]
Forse è proprio per questa capacità teorico-operativa che Nervi è ancora oggi fonte di ispirazione per grandi architetti e ingegneri contemporanei come Renzo Piano o Santiago Calatrava, che ne hanno apprezzato il modo in cui cultura umanistica e conoscenza scientifica confluiscono in un metodo operativo, dando vita ad una progettazione ragionata.
Vittorio Cimino

Tavola di progetto della copertura del salone B del complesso di Torino Esposizione (1947-48) :sistema ferro cemento
Note
[10] Trentin, Annalisa,Trombetti, Tomaso (2010),Pier Luigi Nervi studente e docente: la formazione dell’ingegnere-architetto, in La lezione di Pier Luigi Nervi, Bruno Mondadori, p. 65.[11] Ibidem, p. 70.[12] Nervi, Pier Luigi (1955),Costruire correttamente:caratteristiche e possibilità delle strutture cementizie, U. Hoepli, Milano, p.1. [13] Iori T. (2009), Pier Luigi Nervi, Motta Architettura, Milano,p. 113 [14] Iori T. (2012), Il Sistema Nervi, in Bianchino, G., Costi D., (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di un’identità, Skira, Ginevra-Milano [15] Hauser, Ernest O. (1964) Un creatore del nostro tempo,Selezione dal Reader’sDigest, Milano[16] Trentin, Annalisa, Trombetti,Tomaso (2010), Pier Luigi Nervi studente e docente, op. cit., p. 93.
link:
Articolo pubblicato in “IN_BO. Ricerche e progetti per il territorio, la città e l’architettura”, Vol. 3, n.5 (2012), Università di Bologna, pp. 309 – 316, doi:10.6092/issn.2036-1602/3492 (http://in_bo.unibo.it/article/view/3492)